Gli scavi archeologici di Himera permettono di ripercorrere la storia di un’estesa città greca rasa al suolo intorno al 400 a.C. per mano dei Cartaginesi. Inizialmente sorgeva su due livelli: nel livello alto, sono ancora visibili gli altari e l’ingresso monumentale al santuario dedicato ad Athena ed alcuni abitati risalenti all’età arcaica.
Tutti i tesori scoperti in quest’area sono custoditi nell’Antiquarium; nella parte bassa, si trova ancora il basamento e parte delle colonne che costituivano il Tempio della Vittoria, eretto per celebrare il trionfo del 480 a.C. Nel 2016 è stato inaugurato il Museo Pirro Marconi, sito nell’area del Tempio della Vittoria e di un mulino dell’epoca moderna. All’interno del museo, si possono ripercorrere le fasi degli scavi, trovare i rinomati doccioni di pietra a forma di testa di leone e finire con l’ammirare le tipologie funerarie della necropoli imerese.
Chiesa dell’Annunziata
L’attuale chiesa dell’Annunziata è stata edificata sulla base di una chiesa medievale. Deve il suo nome ad una raffigurazione in stucco dell’Annunciazione, situata sul portone d’ingresso settecentesco. Tra il portone e la chiesa, si trova un bel giardino al quale si accede da una scala a duplice rampa medievale.
In seguito, si arriva in chiesa. Al suo interno, sono conservate tele di: Vincenzo La Barbera, pittore termitano del Cinquecento. Sulla navata destra, in un grotta artificiale, è posto il gruppo marmoreo raffigurante la Sacra Famiglia e realizzato ad opera del palermitano Andrea Mancino e del carrarese Francesco Li Maistri nel Quattrocento. Si pensa che sia la prima opera presepiale siciliana. Sopra l’altare maggiore, si innalza una cupola in maiolica azzurra, simbolo della città.
Chiesa di San Giacomo
Si tratta della prima Cattedrale di Termini Imerese, fino all’avvento dei normanni ed ex Chiesa Madre. La base della Torre Merlata e medievale ci suggerisce l’origine romana della struttura. Durante la seconda guerra mondiale, la Chiesa fu colpita da una bomba che ne ha causato la distruzione del tetto. Nonostante il suo stato delicato, si possono ancora scorgere opere antiche, come croci affrescate sulle pareti laterali e una sepoltura sigillata con il simbolo della Congrezione dell’Assunta e posto ai piedi dell’altare.
Museo civico “Baldassare Romano”
Il museo Baldassare Romano ospita reperti che spaziano dalla preistoria a metà del ‘900. Tra questi, citiamo: dipinti, trittici, anfore greche, monete antiche, sculture, epigrafi arabe, il bozzetto in terraccotta di Bernini e un bassorilievo ad opera di Gagini. Il percorso continua con la visita di alcune collezioni mineralogiche e malacologiche. Recentemente, inoltre, è stata allestita una sala per ospitare le opere di Filippo Sgarlata, artista locale. Il museo, per di più, è situato all’interno di un palazzo del Quattrocento dov’è presente una Cappella affrescata del medesimo periodo.
Chiesa di Sant’Orsola
La chiesa si trova sopra un’imponente roccia che anticamente delimitava la città e sorge su un antico palazzo arabo. Internamente, l’edificio si espande su due livelli. La parte superiore ospita la chiesa con opere varie, tra cui: stucchi, dorature, affreschi, dipinti policromi, reliquiari, iscrizioni funerarie, acquasantiere e un grande quadro raffigurante S. Orsola e le vergini.
La parte inferiore, ospita dalla fine del ‘600 le catacombe della Compagnia dei Neri (XVIII sec). Tra i corpi lì presenti, bisogna ricordare il sacerdote Vincenzo Impallaria morto l’8 febbraio 1699. Una leggenda termitana narra che dopo la sua morte, il sacerdote continuasse a dare conforto ai termitani durante la notte. Per questo motivo, consumava spesso le scarpe. I devoti così erano soliti portare ogni 8 febbraio presso la sua tomba un paio di scarpe nuove, che andavano a sostituire quelle consumate.